antoninimarmi ha scritto:
Quello che so è che almeno per quanto mi riguarda il variare dei cibi non fa male anzi è un obbligo oltrechè un piacere . Poi nonostante le diete ogni organismo reagisce a modo suo . Basta una causa anche uno stress per far soffrire il regime alimentare che non è un mondo a se stante .Poi se si fa il regime alimentare e non ci si muove è inutile Certo una regola non guasta mai ma questo è valido anche per le persone cosidette " normali " . Scusate le banalità
Marco Antonini
Pranzare è un piacere non dovrebbe essere nè un attacco a Fort Apache nè un pasto dell'ospedale triste e solitario .
Ciao e in bocca al lupo sempre
Ciao Marco. A parte il senso generico dele tuo intervento, che tu definisci banalità, ma che è di buon senso, mi permetto di quotare solo le parti su cui non mi trovi d'accordo.
A-nzitutto nessuno qui dice che variare faccia male, al contrario mi sembra che tutti noi mangiamo tutto e di tutto, solo con proporzioni diverse.
-Ogni corpo reagisce in maniera diversa, bene, è vero, ma è anche vero che esistono regole generali, che vanno bene per tutti, e dovrebbero essercene altre applicabili a grandi linee a determinate patologie; mi secca ripentermi, ma non vedo perchè se esistono regimi adatti a diabete, tiroiditi, celiachia, osteoporosi, epilessi ecc., non possano esistere linee guida da seguire per gli Addinsoniani. Bada bene: non ho la presunzione di poter indicare io, ma si potrebbe provare a confrontarci per vedere chi fra noi non riscontra problematiche connesse alla terapia sostituiva(ritenzione di liquidi ed edemi, deplezione di calcio, aumento ponderale) e vedere se MAGARI il loro regime alimentare può essere UNA FRA LE ALTRE spiegazioni del loro star meglio
-Dici che pesare o in qualche misura misurare le dosi dei cibi sia una croce, un triste desinare tipico di un malato. Forse non ti capita di cucinare, ed hai la fortuna di avere chi fa le dosi per te.
Ma se forse lo facessi, scopriresti che alcune dosi (affettati, pasta, riso, mele e frutta in generale, verdure, carni) diventano automatiche, dopo averle pesate un po' di volte. Se per esempio mangio una mela so che in linea generale peserà duecento grammi, se poi è più grande o più piccola la differenza dei macro è risibile; lo stesso dicasi per la pasta, non è che è pesata al micronesimo di grammo, ma dopo un po' ci si fa l'occhio.
Ognuno adotta lo stile di vita che più gli aggrada e (si spera) che lo faccia star bene non solo nell'immediato, ma il più a lungo possibile. Il cibo, lo sport, lo stress, il riposo sono solo alcuni dei fattori in gioco; su alcuni possiamo intervenire, su altri dobbiamo sperare. Non vedo perchè non farlo su ciò che ci è dato di poter gestire.
Non lo vedo ne un sacrificio ne un impegno, probabilmente tua moglie già lo fa e non credo che, battute a parte, sia esaurita per questo.
Molto spesso si crede che il mangiar bene sia il non dover mai compiere una scelta tra i cibi da ingerire, il non doversi curare delle calorie o dei grassi, della cura della dieta, perchè "mangiare è un piacere, e tale deve essere"... Non sono d'accordo: anzitutto mangiare è principalmente il modo per nutrire il corpo; ha grosse ripercussioni sulla salute e sulla durata della vita (eccezioni a parte); è fonte di appagamento sia mentale che fisico (del resto, ogni cibo suscita reazioni chimica, che poi sono le stesse emozioni)... Tra una zuppa di pesce preparata da me o al ristorante, con pomodoro e olio evo, e una grande porzione di profiterol al ristorante scelgo la zuppa, per gusto, e perchè mi fa meglio.
E poi sentirsi in forma, al mare in costume, o la sera andando a letto, non ha prezzo.
Per tutto il resto c'è Addison
